Prima i migranti, poi le donne e i bambini: ecco la linea del Governo sui nuovi decreti sicurezza

Tensione tra Lega e il resto della maggioranza sul testo per le Ong. Perché proprio qualche giorno fa si era ipotizzato che si potesse parlare anche di violenza sulle donne e di baby gang.
La lega lo aveva richiesto pensando a un decreto sicurezza più completo ma non è andata cosí. L’obiettivo primario del Governo è la stretta sui migranti. Prima i migranti poi le donne e i bambini. Non in linea con: sono una donna, sono una madre, sono cristiana.
La previsione del Governo è un codice per le Ong con multe e confische per chi non rispetta le nuove regole.
Le navi potranno transitare e intervenire solo per i soccorsi: sotto il controllo e le indicazioni delle autorità territoriali.
In caso contrario, sono previste sanzioni per il comandante, l’armatore e il proprietario, fino a 50.000 mila euro, compresa la confisca del mezzo: che deve anche avere una “idoneità tecnica” per la sicurezza nella navigazione. E’ il succo del decreto legge, dedicato al dossier migranti, approvato dal Consiglio dei ministri. Per il resto delle misure sulla sicurezza il governo lavora ad un nuovo decreto che sarà pronto a gennaio.
Ufficiosamente questa sorta di spacchettamento sarebbe stata l’unica soluzione per l’esecutivo alla luce della necessità di approfondire molti aspetti tecnici. E per continuare a mantenere un contatto con l’Unione europea senza spingere oltre il limite l’acceleratore sulle iniziative unilaterali di Roma. Piuttosto, fanno notare parlamentari del partito di via Bellerio, è stata la premier Giorgia Meloni a parlare per prima del tema annunciando tempo fa un decreto, mentre Salvini non ne ha mai parlato. Alla fine per le Ong passa la linea dura: secondo il nuovo regolamento “il transito e la sosta in territorio nazionale sono comunque garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità”. Le operazioni di soccorso devono essere “immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo nella cui area di responsabilità si svolge l’evento e allo Stato di bandiera, ed effettuate nel rispetto delle indicazioni delle predette autorità”. Se si violano le regole “si applica al comandante della nave la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000. La responsabilità solidale si estende all’armatore e al proprietario della nave”. Alla contestazione “della violazione consegue l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per due mesi della nave utilizzata per commettere la violazione. L’organo accertatore, che applica la sanzione del fermo amministrativo, nomina custode l’armatore o, in sua assenza, il comandante o altro soggetto obbligato in solido, che fa cessare la navigazione e provvede alla custodia della nave a proprie spese”.