Niro si dimette, domani in consiglio regionale dovrebbe rientrare solo Di Sandro

Dovrebbe essere il caos calmo domani nell’ultima seduta ordinaria del consiglio regionale della dodicesima lesiglatura. Nessun rientro per Antonio Tedeschi perché Vincenzo Niro si è dimesso dalla carica di assessore.
«E’ stata una scelta di lealtà nei confronti del partito e degli elettori che ci hanno votato – ha dichiarato l’ormai ex assessore – e ho preferito rispettare la scelta di partito e non di governo. Con le dimissioni ho evitato che il partito perdesse un’unità di rappresentanza in Aula. E’ stato, dunque, un gesto di lealtà nei confronti del partito, degli elettori e del centrodestra.»
Con decreto del presidente della giunta numero 17, il governatore ha preso atto delle dimissioni dell’assessore Niro, lasciando la giunta a quattro Le materie oggetto di deleghe di Niro sono attribuite al presidente Toma.
Niente dimissioni, almeno per ora, per Quintino Pallante. Che dovrebbe permettere a Filoteo Di Sandro di entrare in consiglio regionale. Il coordinatore di Fratelli d’Italia dovrebbe tenere una posizione di non critica nei confronti di Toma che potrebbe quindi continuare la sua azione politica fino al 25 giugno, data già fissata per le elezioni regionali.
Antonio Tedeschi ha così commentato la decisione di Niro di dimettersi
“I molisani dovrebbero interrogarsi sul perchè sono stato cacciato una prima volta in maniera illegittima e adesso attraverso un artefizio si sono preoccupati di trovare l’escamotage per non farmi rientrare. Avevo gia’ rilasciato dichiarazioni sulla mia decisione di non rientrare in consiglio regionale per poche settimane. Ma la volontà di questa giunta e’ quella di allontanare chi più si impegna politicamente nel bene del popolo molisano. Il mio rammarico e’ solo quello di avermi impedito di proseguire nella riconquista dei diritti, come il diritto alla sanità, ero a due passi dalla stipula definitiva di un accordo di confine con la regione Campania che avrebbe restituito al Molise l’ospedale SS Rosario di Venafro, ma come scritto sulla sentenza della cassazione, il popolo molisano, con l’abrogazione della surroga nel corso della legislatura, hanno violato la sovranità appartenente al popolo. E conclude “Bisogna restituire ai molisani la fiducia nella politica, e i politici non sono tutti uguali, l’ostinazione che hanno usato e stanno perseguendo nel volermi cacciare, dimostra che in certa politica chi si comporta onestamente e non piega la schiena, viene messo fuori gioco, c’e’ necessità di restituire alla politica la dignità che e’ venuta a mancare”