L’indagine su Roberti e la stampa. Quale il ruolo di quella locale?


La scorsa settimana è stata caratterizzata, in Molise, dall’ esplosione dello scandalo sull’indagine per corruzione a carico del presidente della Giunta Regionale Francesco Roberti e di sua moglie.
I fatti li conosciamo ormai. Non riguardano Roberti come presidente della Regione ma come amministratore del Cosib, come sindaco di Termoli e come presidente della Provincia.
Non vuole essere questo un passaggio autoassolutorio, questa testata non si occupa di cronaca giudiziaria e non aveva riportato l’inchiesta con i 47 indagati e i due nomi omissis.
Si tratta di indagati e non di colpevoli. Si tratta anche di persone che non hanno subìto alcun provvedimento restrittivo personale. Nessun arresto (né in carcere né domiciliare) e nemmeno nessun obbligo di dimora. In effetti la notizia, per quanto grave dal punto di vista dei reati e dell’impatto ambientale che ha sul territorio bassomolisano, non aveva quel clamore che porta con sé una indagine conclusa con tanto di arresti.
La Dda non ha avuto quindi alcun timore che gli indagati potessero inquinare prove a loro carico? Lo sapremo solo durante le fasi successive.
Ora ci dobbiamo chiedere però questo. Come mai la notizia dell’indagine su Roberti si viene a sapere all’una di notte e direttamente sul quotidiano nazionale “Repubblica”.
Noi, lo ripetiamo a beneficio di chi legge, non piantonando tribunali e procure quotidianamente, difficilmente potevamo essere i primi a conoscere la notizia.
Ma se di talpe vogliamo parlare, come mai hanno passato la notizia prima a un quotidiano nazionale? Una risposta ce la siamo data: per distruggere l’immagine del presidente della Regione prima di dare il tempo di procedere ai termini di difesa fissati nei venti giorni, ci volevano le telecamere dei TG nazionali. E dovevano arrivare prima di quelli locali.
Ma esiste anche un’ altra ipotesi narrativa: qualche giornale locale, di quelli che ogni giorno si occupano di cronaca nera e giudiziaria, poteva già conoscere i nomi di quegli omissis ma ha atteso con costanza che la notizia arrivasse prima sul nazionale. Solo ed esclusivamente per non prendersi per primo la responsabilità di narrare questa verità: che abbiamo un presidente di Regione indagato per corruzione. Non il solito abuso d’ ufficio.
In entrambi i casi ora ci chiediamo: ma davvero la stampa molisana merita di essere trattata come le bestie con l’ anello al naso?
Perché dobbiamo fare questa figura a livello nazionale? Perché ogni volta che succede qualcosa dobbiamo avere bisogno di un nazionale che ci insegna a fare il nostro mestiere?
Tutto questo perché esiste in una piccola regione come il Molise una commistione tra stampa e politica che non permette di narrare correttamente i fatti. Lo ricordiamo anche nel caso della Corte dei Conti ( sezioni riunite) che boccia il rendiconto del 2022 della Regione Molise. Ma magicamente ci sono giornalisti pronti a festeggiare con il centrodestra per l’ accoglimento parziale di alcune motivazioni del ricorso. Tuttavia il bilancio risulta ancora non purificato ma sembrano non essersene accorti.
Ha senso un giornalismo locale che rinuncia a essere cane da guardia del potere diventando invece cane da compagnia? Ce lo chiediamo in continuazione. Per questo, da stampa libera, continueremo ad andare Controvento alla ricerca della verità. Anche in una regione come il Molise.