Confindustria, Longobardi: per il Molise anno complicato. Gigafactory: l’alternativa sono i biocarburanti


“Il 2025 sarà un anno complicato per l’industria in Molise.Lo scenario è difficile e complesso anche per i costi elevati dell’ energia.I settori più colpiti sono gli energivori mentre va meglio per le aziende agroalimentari, nell’edilizia beneficiata da fondi del Pnrr e nei servizi”.
Così Vincenzo Longobardi, Presidente di Confindustria Molise che traccia la situazione del comparto industriale in regione per il nuovo anno. “L’incremento del 40% del prezzo dell’energia non è sostenibile dalle imprese ed è il risultato di politiche speculative che non consentono di massimizzare gli effetti delle rinnovabili – dichiara Longobardi – e le contromisure introdotte dal Governo non stanno registrando un’adeguata risposta da parte degli imprenditori”.
Il presidente di Confindustria Molise Vincenzo Longobardi è entrato nel merito della questione Gigafactory sottolineando l’esistenza di un’alternativa al “green” imposto dall’Europa. “Il discorso sull’impianto di batterie a Termoli è a intermittenza – spiega -.Il mercato dell’elettrico non decolla, i volumi sono quelli.Come Confindustria pensiamo che la soluzione sia un’altra: la neutralità tecnologica ovvero l’utilizzo di bio-carburanti. Si tratta di olii naturali prodotti da coltivazioni che permetterebbero anche di sviluppare piantagioni attinenti. Ci sono poi i carburanti sintetici. E’ un’alternativa all’elettrico e consentirebbe di portare avanti l’industria europea dell’automotive che rappresenta l’ossatura dell’economia italiana e non solo mantenendo i motori endotermici”. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, in ambito locale, quello che manca, secondo Longobardi, è il vantaggio di prossimità. “Non si può chiedere alle comunità di avere le pale eoliche senza sconti in bolletta. Molte aziende stanno utilizzando il fotovoltaico ma si copre il 10-20% del fabbisogno complessivo. Anche se riuscissimo a convertire tutta l’Europa in rinnovabili il contributo all’abbattimento di Co2 sarebbe del 7%. Stiamo, al contrario, mettendo in grossa difficoltà migliaia di persone che lavorano nei settori oggi portanti dell’economia”. (Fonte Ansa)